Ancora stanchi, con quel disturbo da frustrazione sommessa ( alcuni lo confondono con il jet lag). Il magone che accompagna moltissimi all’ingresso in azienda dopo un mese di Ramadan Ambrosiano. Prima il Sant Ambrogio, poi le cene aziendali , poi le ferie obbligatorie, poi i ponti, infine il detox. Poi i commenti all’immancabile viaggetto. Adesso tutti dentro. Uffa che barba lavorare nella moda. La vacanza stanca. Adesso al ritorno, ci tocca lavorare in una azienda in crisi( una volta appena tornato programmavo il pilates). Ma la sappiamo mentalizzare una azienda dove le cose sono un po’ toste molto e complessamente in crisi . Che faccio mi imbosco ? Mando via 10 CV ? Cerco come Tarzan di saltare da una liana all’altra( pardon riunione). Oppure reagisco e mi faccio una bella conversione. Demure da post lusso. Un senso di mutazione complicato ci aspetta. Sarebbe, in altri momenti storici, il momento di cambiare. Sarebbe il momento di evolvere. Sarebbe molto piu comodo , lavorare su un aspetto intimo e molte volte sottovalutato. La forza dentro di noi: la forza di essere veramente noi stessi. Un mantra : puntare nel 2025, ad uscire dalla fase Neanderthal del lusso, ed entrare nella parte Sapiens del nostro mondo. Iniziare a capire che le cose che non sappiamo sono molto più utili e necessarie di quelle che sappiamo. Il Lusso senza imprevisti non puo essere il lusso. Il lusso Sapiens , il post lusso, è il lusso che si prepara ai problemi. Anzi li prova non a prevenire , ma ad addomesticare . Accettando il caos… e gestendolo. Ma per gestire il caos, serve la capacità di saper gestire la sperimentazione. E quindi non più modelli di forecast , ma modelli di priorità del problema. Dove è la sperimentazione nella nostra vita ? Dove è la connessione tra sperimentare e avere fortuna. Per sperimentare devo avere la laurea alla Normale, o mi basta essere una persona di volontà, e con volontà , talmente volenteroso che vado contro la narrativa dominante ? Di certo pensando solo alla certezza e alla teorica pianificazione( vedi i prezzi Excel) ci siamo fatti male. Il finto ordine organizzativo, mascherato da gerarchia e implotonamento è invecchiato male. Credo che sia il tempo di riscrivere un rudimento di etica della managerialità. Partendo da essa come la base per il successo di un settore. Esperimento, senza pentimento. Ad esempio cominciamo dal retail . Prendiamo esempio dagli Usa.
TARTARUGA AL GUINZAGLIO
Molti dipendenti di aziende sono stanchi . Della lentezza della decisione. Della pantomima del board. Pochi hanno chiaro che dopo due anni di rallentamenti, il board è come un ponte tibetano. Un passo falso e precipiti. La troppa imperante politica ha portato tutto in uno stato catartico. Ad esempio, la paura per i saldi. Oppure i divieti di vendere su farfetch . Le distribuzioni selettive. Poi tutto all’improvviso gli stessi gazzettini che promulgano il bene totale, parlano della Wirkin a 80 euro e parlano delle diete della Kardashian, oppure ci parlano il mercato immobiliare a Dortmund con l’apertura del nuovo zara Home . Nessuno che parla della infelicità di chi lavora in un settore che ha la stessa energia di una sagrestia senza riscaldamento. Di una riunione di condominio senza amministratore. Scala contro Scala. Alla ricerca della scalabilita’ perduta.
CAMBIARE PALLE o CAMBIARE PILE
Differenza tra etica e morale, la morale non consente di sbagliare. L’etica al contrario è una funzione . Cioè è come io( noi) definisco ed interpreto la mia presenza nel mondo. Per etica alla fine si intende la visione personale del mondo. La visione da parte dell’azionista, del fondatore, del consulente . Visione che in questo momento talvolta, non collima più con l’etica del consumo del consumatore. E in questo sillogismo, il prodotto dell’impresa dovrebbe provare a interpretare la visione del consumatore SI CONSUMA IL TRAMONTO ITALIANO. Da circa 12 mesi non si intersecano più. Ma come nasce il prodotto ? Dall’uomo. Se poi nasce da un designer, altro non è che un concetto artigiano con un progetto. E quindi, possiamo dire : come l’uomo in azienda si introietta nel prodotto. Con un impegno, appunto un progetto . Non con un impegno ad imporre. Un progetto ; Un impegno a generare. Quasi utopistico ( vedi Steve Jobs). Esempio. La visione del mondo di LVMH…. Quale è … siamo tutti ricchi e gettiamo il nostro guadagno in cose che non servono ? Perche devo comprare sempre e crescere sempre? Semplice… LVMH ha una visione Maoista delle cose. Anche alla fine del consumo( la non necessità) , c’è una sola dialettica. Il bisogno di conflitto tra nuovo e vecchio. ( non a caso comprano Kapital e Our Legacy nella speranza di fare del nuovo, dopo aver venduto e spremuto Off White, oppure di non aver compiuto etro). Solo l’emissione di nuovo tiene in vita il vecchio. E così LVMH ha bisogno di nuovo in una maniera veloce. Ma seguire il suo modello, c’è il rischio che nell’etica manageriale, della gestione del nuovo, ci sia solo la mentalità vecchia dell’oligarca. Questo tipo di Maoismo non è necessariamente fresco né è utile. E cioè costruire un modello che delivera nuovo forzatamente non è più utile alla lettura e alla fruizione dei problemi dei consumatori. Anzi questo meccanismo ha fatto si che questo dibattito tra nuovo e vecchio diventasse feroce.
LUXURY BY NEANDERTHAL, LA SPECIE SI STA ESTINGUENDO
E così si cambia Logo, stilista, architetto, location , sfilata ad una velocita che ha travolto 3 concetti base :
– Chi lavora in un’azienda ( brand o retail che sia) di moda capisce cosa sta accadendo e come e perche’ e dove?
– Chi lavora in un’azienda di moda riesce a comprendere che il nuovo costa tantissimo e che senza vendere il vecchio non si riesce a fare il nuovo vecchio?
– Chi lavora in un’azienda di moda, capisce che innovare non è solo la banalità della stagione , ma anche l’innovazione di mentalità, di organizzazione e di commercializzazione?
Pensate a marchi come Versace, come Burberry, che devono riscrivere tutto da zero. Molti dei loro dipendenti sono senza pile, al 4 giro in 4 anni. Pensate i consumatori.
Quando parlo di palle, parlo proprio di palloni, tipo calcio. La moda ha avuto 5 rigori da battere per crescere e vincere e uscire da Neanderthal più forte e più evoluto. Non c’è riuscita.
1) Il covid, usato solo per aumentare i prezzi
2) Il digitale, usato solo per far incasinare il retail
3) Lo sviluppo della Cina, male, pieno di negozi da chiudere per non parlare delle buffonate su TMALL;
4) L’artigianato, invece di far sistema , ci si trova con un esubero di fornitori scarichi, usato come slogan ;
5) Il più grave , anziché unirsi con il trade si è andati contro il trade( in tutte e due le direzioni)
Bisogna cambiare palle. Se si sbagliano 5 rigori, buttandoli fuori.
Appunto eravamo nella fase Neanderthal . Piu cervello, corporatura più forte, ma… poca capacità di costruire, cioè amalgamare, :
– Concetto di innovazione tecnologica ( non nel senso di IT, ma nel senso di tecnica evolutiva anche commerciale)
– Concetto di gruppo ( solo parole, poi nelle aziende dittatura ferrea e modello unipersonale
– Concetto di talento, e cioè gente docilmente poco creativa ;
– Concetto di diversità, gestito solo a parole, mai a fatti , i diversi, sono stati solo cacciati
Neanderthal moda lusso, finisce con la sua clava…. A schiacciare feste, proclami, bassegamme, web summit, organigrammi, mega flagship , sconti, paralleli, market place, ma alla fine alza i prezzi , mette i loghi . La moda annoiata, si isola. Il gruppo non è più agile. Il Tir si è incastrato. Senza voglia di progetti ci si spegne. Si pensa di crescere solo uccidendo i deboli. Il lusso Sapiens, dialogherà, costruirà ragionamenti . Prova a capire che serve una nuova visione all’antropocene. E che la qualità non puo essere una scusa ed un kleenex gettato dal finestrino della quantità. I consumatori e anche una parte di stampa si sono accorti di un modello più di gadgettistica che di design. E che di troppi Met gala si puo anche morire di noia.
L’OSTINAZIONE O LOST IN AZIONE, MEGLIO : LOST UNA NAZIONE
Oggi è l’Epifania…. Che in un certo senso è un passaggio non banale . Non solo esce il calendario di tutte le feste( scusate le bank Holiday) dei prossimi mesi, ma ci racconta che leggendo gli astri , alcuni cortigiani andarono in un posto a salutare un re. Peccato che i pastori, i più semplici dei semplici erano già arrivati. Ecco , mentre molti ceo dovranno vedere le stelle per capire dove andare , molti pastori aziendali sono già li. E provano a spiegare le cose che si potrebbero fare. Cose azioni, prodotti, innovazioni da iniziare a far uscire per evitare ulteriori problemi.
Su tutti non voglio più dilungarmi, serve una velocita di azione più radicale. Velocita e capacità di essere resistente ed impermeabili allo stillicidio della crisi generata da vecchi dogmi oggi appunto messi in crisi da un cigno così nero da essere vero. . Penso infatti che dopo l’oro, delle retribuzioni, l’incenso delle premiazioni, ora serva un po’ di sana tigna( la tigna è tecnicamente l’ostinazione). La reazione . Dobbiamo evitare, il contrario, cioè l’essere “lost in azione”.
Ricordiamo il concetto di Cigno Nero :
– Accade di rado
– Ha un grande impatto
– Una volta accaduto tutti tendono a spiegarlo come un fenomeno che poteva accadere( razionalizzazione postuma)
Tra i diversi studiosi che si sono occupati del tema c’è Gabriele Oettingen, dell’Università di New York, che ha svolto un lavoro molto approfondito dimostrando che è molto più probabile che si abbia successo se si immagina di non essere riusciti a raggiungere un obiettivo positivo, piuttosto che se si immagina di riuscire a raggiungere quel target.
In pratica qua, non solo stiamo ancora immaginando di raggiungere l’obiettivo , ma non abbiamo ancora finito di capirne l’impatto. ( basterebbe vedere il prossimo bilancio di inditex, che immagino da solo tripla tutti i profitti dei soci della camera della moda). Il cigno vero è peggio del cigno nero. Perche’ il fenomeno qua è stato completamente rimosso, addolcito, diluito. Trasformando la più grande potenzialità italiana, in un baraccone a disposizione di una serie di oligarchi abbiamo dimenticato :
– Che il calo accade e lo neghiamo ( leggere presentazioni di Altagamma); anzi siamo felici ;
– Che il calo ha avuto un impatto grandissimo impatto , sul retail, sul lavoro delle manifatture e a breve sulle occupazioni ; sugli investimenti;
– Che il calo viene ora mentalizzato e giustificato come piccolo bug del sistema che a breve però andrà tutto bene. Vedendo i numeri dei due leader, vedendo che Chanel caccia la designer, mi sembra che non sia così.
Proviamo a scrivere nuovi discorsi , e o a tracciare nuove direzioni. Non necessariamente cambiando i prodotti, ma ad esempio favorendo le aggregazioni italiane. Sia retail che marchi.
CAMBIARE I NUMERI / L’esempio del commercio
A volte wapp ci avverte quando il numero di un amico cambia. Qua i numeri, non li vogliono cambiare, conosco aziende così ostinate che continuano a sentirsi forti e a cambiare management, mentre in realta il problema non è sulle persone, ma su come si interpretano i ruoli. Soprattutto mancano ruoli centrati sulla produttivita. Vale a ire gli sforzi fisici e mentali da fare per ottenere il risultato. Se è passato il temporale, l’atteggiamento non puo più essere quello dell’imporre un budget, ma quello di costruire un nuovo modo di ragionare.
Cambiare il punto di vista. Non cambiare solo il prodotto. Cambiare la mentalità. Come possiamo continuare a pensare di tenere in vita un movimento nazionale che combatte contro tre gruppi( uno spagnolo, due francesi) solo facendogli da paggetti e quotandosi( e poi pentendosi ) in borse asfittiche. un esempio tra Roma e milano questi gruppi hanno più di 150 ( ho stimato 900 milioni di vendite ) tra negozi e corners. In Inghilterra a Londra meno della meta, in Germania a Berlino un quarto. Il centro è loro, la periferia della moda un ghetto. Non mi sento uno xenofobo, anzi credo di essere uno dei pochi italiani educato in francese, mi sento solo un po’ radicale e penso che sia evidente che se questo è il modello dominante della scalabilita’per l’Italia e il suo modo di vedere l’imprenditoria questa partita è persa. Anziché aiutare il piccolo commercio, ad esempio, la autorità municipale, spiana la strada a questi gruppi. Uccidendo i piccoli commerci. Scegliendo i commessi, alzando gli stipendi a tutti. Chiudendo i centri alle auto, e limitando i margini ai commercianti, la combustione terribile tra potere politico e marxismo del lusso, ( marxismo perche’ la crescita infinita avviene, teoricamente, attraendo infiniti numeri di turisti) obbliga solo la crescita in una direzione. Questo però è economicamente e fisicamente impossibile. Se non ci saranno consumi, non ci sara’ produzione .
Per cui se si vuole una vera crescita, e soprattutto si vuole una crescita del comparto italiano devono essere piantate 3 nuove sfide a 5 anni. Esempi da bar sport :
– Sgravi fiscali per chi affitta a piccole realtà in centri cittadini
– Coinvolgimento fiscale ed economico per aziende che pagano università a giovani del loro pese ;
– Corsi di aggiornamento sul digitale di massa nelle aziende di moda
– Incentivi per le BI aziendale
– Piani per una facilitazione delle aggregazioni tra gruppi retail
– Nuova definizione del piano saldi e del piano sconti nazionale
– Possibile svalutazione dei magazzini per le piccole realta commerciali per sostenerli sui saldi
E poi le 3 grandi scelte :
– Controllo dei cartelli di prezzo , attuati con regole di margine e di prezzo da antitrust
– Trasparenza sui volumi in parallelo
– Definire ufficialmente dei piani di gestione dei brands non più ad anno, ma almeno a tre anni , una seconda nota integrativa, possibilmente con un ente che aiuta e i commercialisti e le aziende a leggere meglio i propri dati, su tutto
o Cassa
o Margini
o Gestione del magazzino
Ad oggi la competizione tra grandi e piccoli, obbliga i piccoli, a calare, mentre i grandi non crescono. I costi aumentano solo in funzione dei prezzi retail dei grandi e agendo così aumentano i costi anche per i piccoli che nessuno tutela. In questo senso , servirebbe un importante intervento , strutturale contro i monopoli, veri e falsi. E contro coloro che a consulenze a 9 zeri li hanno favoriti . Escludendo il piccolo e creando la serie a e la serie b dove non servivano. Perche’ ricordiamoci che gli ultimi saranno i primi.